Via dei Giubbonari: 3 curiosità su una delle vie più celebri di Roma.

via dei giubbonari

Oggi parleremo di una delle vie più conosciute del centro di Roma, che collega Piazza Campo de’ Fiori a Piazza Cairoli, ed attraversa ben 3 rioni della Città Eterna (Parione, Sant’Eustachio e Regola), Via dei Giubbonari. Molte sono le curiosità che la riguardano: oggi te ne sveleremo 3!

1) Una via, tanti nomi.

Il nome giubbonari deriva dai tessitori di corpetti che avevano molte botteghe in zona, i “gipponari”, termine che nel tempo si tramutò in giubbonari.

La via ha avuto molti soprannomi nel corso dei secoli:

  • Prima era detta “dei pelamantelli” in quanto qui un tempo lavoravano i cardatori di stoffe grezze.
  • I cittadini erano soliti chiamarla anche via “mercatoria”, per la presenza di decine di botteghe che ne costellavano ogni angolo.
  • Nel dopoguerra fu denominata invece “dei cicaroli”, perché qui erano presenti molti raccoglitori di ciche (sigarette) che rivendevano il tabacco riciclato in questo modo.

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2) Sull’itinerario di un fantasma.

A Vicolo delle Grotte, situato fra Via dei Giubbonari e Via Capo di Ferro, abitava Lorenza, al secolo Serafina Feliciani, moglie di Cagliostro, il famoso avventuriero, esoterista ed alchimista italiano.

Si dice che il fantasma della donna, beccato da un corvo,  la notte percorra senza sosta tutte le strade intorno alla sua vecchia casa, cercando protezione nei portoni, rosa dal rimorso di aver, seppur inconsapevolmente, consegnato il marito all’Inquisizione.

La sua folle corsa notturna pare fermarsi a Piazza di Spagna, dove Cagliostro venne arrestato.

3) Da dimora nobiliare a scuola, passando per il Monte di Pietà.

Al numero 41 di Via di Giubbonari si trova la cosiddetta “Casa Grande de Barberini”, meglio conosciuto come Palazzo Barberini ai Giubbonari.

La sua costruzione iniziò nel 1581, ad opera di Francesco Barberini, protonotario apostolico. Negli anni seguenti, i lavori furono proseguiti dal nipote Maffeo, che lo ampliò ed arricchì ulteriormente. Quando quest’ultimo divenne Papa (il famoso Urbano VIII), la famiglia si trasferì nel maestoso palazzo a Via Quattro Fontane.

L’edificio rimase ai Barberini fino al 1734, quando fu venduto ai Carmelitani Scalzi, che nel 1759 lo vendettero a loro volta  al Monte di Pietà. Il palazzo è proprietà del Comune di Roma dal 1870, quando divenne sede della scuola Vittoria Colonna.

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Tra i tanti negozi che la costellano, al numero 106 di Via dei Giubbonari non potrai non notare una vetrina coloratissima ed originale dove borse, zaini, valigie, portafogli a tanto altro fanno bella mostra di sé.

E’ il regno di Jaim Telias, un imprenditore cileno che ha fatto del Made in Italy il suo cavallo di battaglia: tutti i prodotti sono realizzati a mano in laboratori disseminati su tutto il territorio, sono modelli unici, frutto delle innovative idee di designer esperti, fatti per durare e non annoiare mai.

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